Giusva Fioravanti e Francesca Mambro: chi sono

Per lo Stato italiano sono i responsabili del più grave
eccidio di uomini, donne, anziani e bambini inermi che sia mai avvenuto
nella storia repubblicana.

Mambro
e Fioravanti sono stati condannati complessivamente a 17 ergastoli e la
sentenza sulla strage di Bologna è passata in giudicato.

28 febbraio 1978.
Giusva Fioravanti ed altri notano due ragazzi seduti su una panchina
che dall'aspetto (capelli lunghi e giornali) identificano come
appartenenti alla sinistra. Fioravanti scende dall'auto, si dirige
verso il gruppetto e fa fuoco: Roberto Scialabba, 24 anni, cade a terra
ferito e Fioravanti lo finisce con un colpo alla testa. Poi, si gira
verso una ragazza che sta fuggendo urlando e le spara senza colpirla.

9 gennaio 1979.
Fioravanti ed altre tre persone assaltano la sede romana di Radio città
futura dove è in corso una trasmissione gestita da un gruppo
femminista. I terroristi fanno stendere le donne presenti sul pavimento
e danno fuoco ai locali. L'incendio divampa e le impiegate tentano di
fuggire. Sono raggiunte da colpi di mitra e pistola. Quattro rimangono
ferite, di cui due gravemente.

16 giugno 1979.
Fioravanti guida l'assalto alla sezione comunista dell'Esquilino, a
Roma. All'interno si stanno svolgendo due assemblee congiunte. Sono
presenti più di 50 persone. La squadra terrorista lancia due bombe a
mano, poi scarica alla cieca un caricatore di revolver. Si contano 25
feriti. Dario Pedretti, componente del commando, verrà redarguito da
Fioravanti perché, nonostante il ricco armamentario "non c'era scappato
il morto". Che Fioravanti fosse colui che ha guidato il commando è
accertato dalle testimonianze dei feriti e degli altri partecipanti
all'azione, e da una sentenza passata in giudicato. Ciononostante,
Fioravanti ha sempre negato questo suo pesante precedente stragista.

17 dicembre 1979.
Fioravanti assieme ad altri vuole uccidere l'avvocato Giorgio
Arcangeli, ritenuto responsabile della cattura di Pierluigi Concutelli,
leader carismatico dell'eversione neofascista. Fioravanti non ha mai
visto la vittima designata, ne conosce solo una sommaria descrizione.
L'agguato viene teso sotto lo studio dell'avvocato, ma a perdere la
vita è un inconsapevole geometra di 24 anni, Antonio Leandri, vittima
di uno scambio di persona e colpevole di essersi voltato al grido
"avvocato!" lanciato da Fioravanti.

6 febbraio 1980.
Fioravanti uccide il poliziotto Maurizio Arnesano che ha solo 19 anni.
Scopo dell'omicidio, impadronirsi del suo mitra M.12. Al sostituto
procuratore di Roma,

13 aprile 1981, Cristiano
Fioravanti – fratello di Valerio – dichiarerà: "La mattina
dell'omicidio Arnesano, Valerio mi disse che un poliziotto gli avrebbe
dato un mitra; io, incredulo, chiesi a che prezzo ed egli mi rispose:
"gratuitamente"; fece un sorriso ed io capii".

23 giugno 1980.
Fioravanti e Francesca Mambro uccidono a Roma il sostituto procuratore
Mario Amato. Il magistrato, 36 anni, è appena uscito di casa; da due
anni conduce le principali inchiesta sui movimenti eversivi di destra.
Amato aveva annunciato che le sue indagini lo stavano portando "alla
visione di una verità d'assieme, coinvolgente responsabilità ben più
gravi di quelle stesse degli esecutori degli atti criminosi".

9 settembre 1980.
Mambro e Fioravanti con Soderini e Cristiano Fioravanti, uccidono
Francesco Mangiameli, dirigente di Terza Posizione in Sicilia e
testimone scomodo in merito alla strage di Bologna.

5 febbraio 1981.
Mambro e Fioravanti tendono un agguato a due carabinieri: Enea Codotto,
25 anni e Luigi Maronese, 23 anni. Dagli atti del processo è emerso che
durante l'imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha
gridato alla Mambro, nascosta dietro un'auto, "Spara, spara!".

30 settembre 1981.
Viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di destra e
intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un "infame delatore".
Del commando omicida fa parte Mambro.

21 ottobre 1981.
Alcuni Nar, tra cui Mambro, tendono un agguato, a Roma, al capitano
della Digos Francesco Straullu e all'agente Ciriaco Di Roma. I due
vengono massacrati. L'efferatezza del crimine è racchiusa nelle parole
del medico legale: "La morte di Straullu è stata causata dallo
sfracellamento del capo e del massiccio facciale con spappolamento
dell'encefalo; quello di Di Roma per la ferita a carico del capo con
frattura del cranio e lesioni al cervello". Il capitano Straullu, 26
anni, aveva lavorato con grande impegno per smascherare i soldati
dell'eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti arrestare 56. La mattina
dell'agguato non aveva la solita auto blindata, in riparazione da due
giorni.

5 marzo 1982. Durante una rapina a
Roma, Mambro uccide Alessandro Caravillani, 17 anni. Il ragazzo stava
recandosi a scuola e passava di lì per caso. La sua morte suscita
scalpore anche perché il giovane viene colpito alla testa con un colpo
di pistola sparatogli a bruciapelo.

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